Vedi verdigris. In particolare si tratta di una varietà di verdigris descritto da Giovanni Battista Volpato (1680), caratterizzata da una buona stabilità che la denominazione verde eterno sottolinea con forza, data la risaputa scarsa stabilità del pigmento. Il termine verde eterno è registrato ugualmente nel vocabolario di Filippo Baldinucci (1681), questa volta a indicare "una velatura fatta a fondo inargentato d’argento in foglia, d’un verderame ben purgato, e ridotto a guisa d’un acquerello". |