o camosciatura, granitura. Indica - come spiega anche Cennino Cennini (fine sec. XIV) - la procedura per cui ad una superficie dorata viene conferita una grana sottile, producendo una fitta punteggiatura per mezzo di un ferro dalla punta leggermente stondata, anche al fine di definire figure ed elementi decorativi. Il termine è documentato ugualmente nell'ambito delle tecniche di pittura murale, a indicare l'operazione per cui, con un pennello, vengono sollevati i granelli di sabbia sull'intonaco già levigato, in modo da rendere più facile la stesura degli strati pittorici. Così Cennino Cennini: "Questo granare che io ti dico, è de' belli membri che abbiamo: e possi granare a disteso, come ti ho detto, e pòssi granare a rilievo; che con sentimento di fantasia e di mano leggiera tu pòi in un campo d'oro fare fogliami e fare angioletti e altre figure che traspaiono nell'oro; cioè nelle pieghe e nelli scuri non granare niente, ne' mezzi un poco, ne' rilievi assai; perché il granare, tanto viene a dire come chiareggiare l'oro; perché per se medesimo è scuro dove è brunito. Ma prima che grani una figura o fogliame, disegna in sul campo dello oro quelle che vuoi far, con stile d'argento o ver d'ottone". Vedi anche granitura. |