Tecnica sviluppata in Spagna nella seconda metà del Seicento con il fine di imitare la lacca orientale, con alcune varianti a seconda della regione e del periodo preso in considerazione. In alcuni casi si preparava la superficie con una imprimitura di biacca, quindi si passava a decorare il manufatto con la tradizionale tecnica a tempera verniciando poi il tutto con numerose mani di gommalacca e ottenendo risultati decisamente prossimi (sotto il profilo tecnico esecutivo) a quelli della lacca veneziana o genovese. Altre procedure mostrano viceversa una chiara influenza del Japaning inglese. Ne è testimonianza la ricetta riportata da Palomino nel 1715: "Per utilizzare questa vernice ci si deve assicurare che il pezzo da laccare sia stato perfettamente levigato, al pari di quanto accade quando si prepara una superficie da dorare. Se la laccatura dovrà risultare nera si otterrà con nerofumo, macinato prima a secco su una lastra e quindi diluito nella stessa vernice, e si daranno al pezzo (di questo o di altro colore) due o tre mani. Una volta laccato si dovrà levigare con tripoli e, una volta lustrata la superficie con pelle scamosciata, questa diventerà tersa come un cristallo".