Legno pregiato, esotico, pesante, duro e con tessitura fine, ottenuto da svariate piante di zone geografiche diverse (da cui le ulteriori denominazioni comunque generiche di ebano africano, ebano d'Asia, ebano d'America), per lo più appartenenti alla famiglia delle Ebenaceae. Utilizzato già nell'antico Egitto come materiale prezioso (spesso insieme all'avorio) e ricordato da Plinio nelle varietà africane e asiatiche, ha conosciuto una fortuna ininterrotta nei secoli, con una diffusione tuttavia limitata dai suoi alti costi e dalle difficoltà della sua lavorazione, dovute all'eccezionale durezza. Per quanto Sheraton lo descriva come un legno di recente importazione, in Occidente risulta già ampiamente disponibile dal XVII secolo (soprattutto in Olanda dove veniva importato dall'Africa e dal Madagascar), tanto che dal suo impiego per mobili di pregio nasce il termine ebanista, a indicare l'artigiano specializzato nella sua lavorazione e, soprattutto, nel suo uso per la realizzazione di lastronature e tarsie. E' in questo settore che ha trovato infatti il maggiore impiego, dato che il suo colore scuro, spesso utilizzato come fondo, consente di ottenere particolari effetti di risalto. Ha trovato inoltre diffuso impiego per elementi di strumenti musicali (violini, registri d'organo, strumenti a fiato, tasti neri per pianoforte). Vista la sua rarità e il suo costo è stato ampiamente contraffatto con altri legni a grana compatta (in particolare ontano, pero e agrifoglio), opportunamente trattati con mordenti scuri (lo stesso Sheraton parla di un decotto caldo di galle addizionato con inchiostro) e quindi lucidati a cera. |
note: Borghini Gabriele, Massafra Maria Grazia (a cura di), Legni da ebanisteria, Roma, De Luca 2002. |