Espressione disusata a indicare uno stucco a finto marmo, registrata nel Dizionario tecnico (II, 1887) e accompagnata da una accurata descrizione di uno dei possibili procedimenti di messa in opera: "Stucco colorito a base di gesso. In Francia si adotta la seguente composizione. Si prende gesso cotto espressamente e stacciato fine, e s'impasta con la colla di Fiandra, con gomma arabica, o con decotto di semi mucillaginosi. Il colore si dà mescolando al gesso un minerale, avendo cura di scegliere colori durevoli. Le venature si ottengono con pennellesse; le brecce s'imitano introducendo nella pasta pezzetti di stucco colorati opportunamente; e così i graniti e i porfidi; o meglio picchiettando la superficie dello stucco quando è fresco ed inserendo nei buchi una pasta colorita imitante le cristallizzazioni, o i cristalli che si vogliono figurare. Quando lo stucco è secco, si pulisce o si arrota con rena fine e pezzo di pietra, e questo fa scoprire delle piccole cavità che si riempiono con stucco più liquido, ripetendo l'operazione quanto bisogna per avere una superficie perfettamente unita. L'ultimo pulimento si fà con pietra del paragone, o colla lavagna, e si perfeziona strofinando con stracci di lana leggermente intrisi di cera".