o coccio pesto. Miscela (polveri e granulati ottenuti da processi di frantumazione e vaglio) composta di frammenti fittili, rottami macinati di tegole, mattoni ecc., che, impastata con calce, consente di confezionare malte idrauliche. Per avere caratteristiche idrauliche occorre che la temperatura di cottura dell'argilla sia inferiore a 1000 °C, in modo da non vetrificare la silice presente. Il suo uso è già documentato in età romana (opus signinum) in situazioni diverse: come strato di rivestimento verticale con funzioni di protezione dall'umidità, per il rivestimento di vasche e cisterne e per opere di pavimentazione. E' con quest'ultimo impiego che ha conosciuto nel tempo larga diffusione fino a tutto l'Ottocento. E' stato inoltre utilizzato per decorazioni plastiche esterne. Attualmente trova essenzialmente impiego per il consolidamento di superfici murarie degradate: la presenza del laterizio finemente macinato induce comportamenti idraulici nella malta di calce aerea e ne esalta il potere aggrappante al sottofondo. Così il Dizionario tecnico (I, 1884): "Cocciopesto. Sorta di smalto composto di tritumi di laterizii mescolati con buona calcina: tale impasto ben manipolato, s'impiega nella formazione dei pavimenti alla veneziana; ed anco per intonachi da lustrarsi a freddo. Inoltre per comporre i così detti intonachi oliati, con i quali si procura difendere i muri dalla umidità". |
note: Antonio De Vecchi, Giovanni Fatta, Glossario per rivestimenti ad intonaco, Palermo, Arti Grafiche Siciliane 1992.
Carla Arcolao, Le ricette del restauro, Venezia 1998. |