o bolo armeno, bolo armenico, bolarmenico, bolo rosso. Tra i boli è il più noto per la sua utilizzazione nelle operazioni di doratura per facilitare l'adesione della foglia d'oro sulla superficie già ingessata. Si presenta di colore rosso più o meno intenso per il rilevante contenuto di ossido di ferro e, grazie al suo colore, esalta le caratteristiche della sottile lamina d’oro applicata. Disponibile in polvere, in pezzi o in pani, il bolo armenico si scioglie in acqua (ma il suo legante tradizionale è la colletta, vedi) o si impasta con bianco d'uovo e si diluisce con acqua per essere poi applicato a pennello. Precise indicazioni sul suo uso sono già fornite da Cennino Cennini (fine sec. XIV). Così il Dizionario tecnico (I, 1884): "Bolo armeno. Il bolo armeno, o sinopite è la varietà di bolo più conosciuta, perché fino dall'antichità usavasi come materia colorante. E' amorfo, terroso, di color rosso mattone sprizzolato in bianco. L'allappamento ne è molto pronunciato; nell'acqua si disgrega in frammenti. I doratori lo mescolano al bolo comune per avere una pasta più fina". |