Blocco di pietra da taglio naturale, lavorato in modo tale da consentire il suo impiego come elemento costruttivo di strutture murarie, cioè regolarizzato su tutti i lati prima della sua messa in opera (vedi anatirosi). La lavorazione tende solitamente a conferire al blocco tutti gli angoli retti, in modo da consentire il suo impiego in corsi regolari con la superficie nella fascia a vista talvolta lasciata volutamente grezza (vedi bugna, bugnato). Può inoltre ricevere forme speciali, necessarie nel suo impiego come concio d'imposta, o chiave, o come elemento di colonne e pilastri (ed è proprio in riferimento a elementi a facce non parallele che attualmente il termine trova essenzialmente applicazione). Per estensione il lemma può ugualmente indicare anche un blocco sagomato in cemento a calcestruzzo. Così Giacinto Carena (1853): "Concio, concia, dicono una pietra scarpellata, o atta a conciare". Da conciare, con il significato di riunire, combaciare. |
note: N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, Dizionario di architettura, Torino 1981 |