o cartapesta, carta pesta. Tecnica probabilmente giunta in Europa dall'Oriente nel corso del XVI secolo, applicabile a vari settori artistici e artigianali, basata sull'uso di un impasto di carta intrisa d'acqua, farina, colla, gesso e sabbia, il tutto pressato e asciugato fino a far diventare il composto duro e compatto al punto tale da poterlo segare. Il procedimento venne inizialmente impiegato per la realizzazione di piccoli oggetti di arredamento, quindi impiegato per la realizzazione di arredi anche di notevoli dimensioni (eventualmente con l'impiego di armature), in particolare nell'ambito del gusto per le cineserie (ovvero a imitazione di oggetti laccati). Una ulteriore diffusione del papier mâché è attestata a partire dal 1772, quando Henry Clay di Birmingham, brevettò un procedimento per la produzione di pannelli resistenti al calore. In Inghilterra la tecnica è stata impiegata anche in architettura per realizzare fregi a rilievo di pareti e soffitti, in sostituzione dei tradizionali stucchi. Così il Dizionario tecnico (I, 1884): "Cartapesta. Carta e suoi ritagli macerati con acqua, pestati nei mortai, e ridotti a poltiglia, fatta consistente mediante colla, e che si getta in forme apposite per farne vari oggetti di uso domestico, ed anco decorazioni ornamentali e statue". Il termine francese (con il significato letterale di carta masticata) appare per lo più ricorrere nel linguaggio degli antiquari in riferimento a manufatti decorativi e di arredo, privilegiandosi negli altri casi il termine cartapesta. Vedi anche carta pesta. |