o carica idraulica, inerte idraulico, inerte a comportamento pozzolanico, ecc. Sostanza che, utilizzata nel confezionamento delle malte, reagisce chimicamente con il legante (in questo caso il termine 'inerte' è quindi da intendere nel senso che il materiale non subisce trasformazione durante il fenomeno di presa), dotando il composto di caratteristiche idrauliche, ovvero della capacità di far presa in presenza d'acqua. Note fino dall'antichità, le cariche idrauliche sono state ampiamente utilizzate per le opere di fondazione in mare (moli, ponti, ecc.) e per murature di notevole spessore che, per mancanza d'aria, non permettono la carbonatazione di malte contenenti calce aerea. Nell'ambito delle cariche idrauliche si è soliti distinguere tra materiali naturali quali il tufo, la pomice e, soprattutto, la pozzolana (ampiamente utilizzata dal tempo dei Romani fino a buona parte dell'Ottocento), e prodotti artificiali, quali il cocciopesto, la polvere di mattone e le scorie di ferro (vedi alle singole voci). La scoperta dei cementi naturali e artificiali ha drasticamente limitato l'uso di tali inerti. |