o sabbia di cava. Sabbia ottenuta da depositi alluvionali e, ugualmente, ricavata dalla frantumazione di rocce. Si caratterizza per la forma spigolosa dei singoli granelli. Nel confezionamento delle malte è stata reputata per lungo tempo la migliore, già da Vitruvio (27 a. C.). In effetti, se utilizzata per la muratura, consente una presa più rapida e, generalmente, più stabile. Nella realizzazione degli intonaci, tuttavia, i grani angolosi sono reputati da varie fonti come causa di screpolature. Così il Dizionario tecnico (II, 1887): "Sabbia di cava. Quella che si trova in grossi depositi provenienti da correnti di acque delle antiche rivoluzioni del globo, o da eruzioni di vulcani". |