I.R.. Si tratta di radiazioni elettromagnetiche scoperte nel 1800 da William Hershel, la cui lunghezza d'onda è superiore ai 750 nanometri circa, quindi superiore a quella delle radiazioni visibili. Tuttavia tali radiazioni possono essere registrate fotograficamente con particolari emulsioni, normalmente fino a un massimo di 900 nanometri, o con speciali apparecchiature elettroniche (vedi riflettografia infrarossa) fino a un massimo di 2000 nanometri. Caratteristica di tali radiazioni nelle applicazioni alle indagini scientifiche su opere d'arte pittoriche è la loro capacità di attraversare le vernici alterate e deteriorate nonché - entro certi limiti - la pellicola pittorica, rendendo visibile la conformazione degli strati sottostanti. Radiazioni I.R. di lunghezza d'onda superiore a quella descritta sono impiegate per la termografia I.R. (vedi termovisione). I raggi I.R. vengono inoltre impiegati in campo diagnostico per la caratterizzazione delle singole sostanze (vedi spettrofotometria di riflettanza) e nel settore del restauro, per il loro potere termico, in operazioni di fermatura del colore (vedi lampada agli infrarossi). Proprio a causa del loro potere termico tali radiazioni possono essere fonte di degradazione per le opere d'arte, tanto che in molti ambienti espositivi è previsto il ricorso a speciali filtri di sbarramento. Vedi inoltre infrarosso colori, infrarosso in bianco e nero, riflettografia all'infrarosso. |