Locuzione corrente impiegata dalla prima metà del XIX secolo come traduzione letterale dell'espressione francese à jour, a indicare una lavorazione - e la stessa superficie lavorata (di pietra, legno o altra materia) - contraddistinta dalla presenza di trafori, cioè di vuoti (fori) passanti e sagomati, o da elementi traslucidi montati in modo da favorire il passaggio della luce, ovvero un lavoro nel quale i vuoti dominano sui pieni. La locuzione, ad esempio, ricorre in falegnameria a indicare elementi traforati e in una particolare lavorazione dello smalto (vedi smalto a giorno). L'espressione si contrappone a quella a notte (o a buio), vedi. |