o, più propriamente, carta da lucido. Carta trasparente particolarmente utile per l'esecuzione di copie. Cennino Cennini (fine sec. XIV) illustra come ottenerla assottigliando la superficie di una carta pecorina o carta bambagina, ungendola poi con olio di lino o con cera per renderla più lucida. Sempre Cennino Cennini descrive come fabbricare una carta lucida artificiale stendendo un sottile strato di colla animale su una lastra di marmo unta con olio di oliva: "Se vuoi fare questa carta lucida per un altro modo, togli una pietra di marmo, o proferitica, ben pulita. Poi abbi colla di pesce e di spicchi, che vendono li speziali. Mettila in molle con acqua chiara, ed in sei spicchi fa' che sia una scodella d'acqua chiara. Poi la fa' bollire e, bollita, còllala bene due o tre volte. Poi pigli questa colla colata e strutta e tiepida e, con pennello, a modo che tigli le carte tinte, così ne da' sopra queste pietre che sieno nette; e voglione essere le dette pietre prima unte d'olio d'uliva. E quando questa colla data si è asciutta, tolli una punta di coltellino, e comincia per alcun luogo a spiccare questa tal colla dalla pietra, tanto che con la mano possa pigliare questa così fatta pelle, o ver carta. E fa' con temperata mano, acciò che questa cotal pelle tu la possi spiccare dalla prieta con salvamento, a modo d'una carta. E se questa tale pelle, o ver carta, tu vuoi provarla, innanzi la spicchi dalla prieta togli olio di lin seme ben bollito, a modo che t'insegnerò nei mordenti, e con pennello morbido ne da' una volta per tutto; e lascialo asciugare per due o per tre dì, e sarà poi buona carta lucida". |