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Lemma
lapidario
Genericamente, operaio specializzato nella lavorazione del marmo e delle pietre. Al significato oggi corrente si affianca quello arcaico che individua in modo esclusivo una figura professionale specializzata nella lavorazione delle pietre dure e delle pietre preziose e, ugualmente, un esperto di gemme. Così Giacinto Carena (1853): "Lapidario, artefice che dà opera allo sfaccettamento dei diamanti, e di altre gemme, come il rubino, lo zaffiro, lo smeraldo, ecc.: e anche lavora in pietre dure, come a dire la corniola, l'agata, il diaspro, e più altre di grande durezza, capaci di un bel pulimento, e perciò adoperate in vari lavori di arte, e di ornamento. Il lapidario fa uso specialmente di ruote d'acciaio, di rame, di piombo, e anche di legno coll'aiuto della polvere stessa del diamante pesto, intrisa d'olio: talora con quella dello smeriglio o del tripolo, stemperata in acqua, secondo i diversi lavori, e la varia natura delle pietre". Dal latino lapidarius, derivato di lapis, pietra.
 
note:
 
inglese
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francese
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