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Lemma
laminatoio
Macchina utensile per la lavorazione a caldo o a freddo di un metallo, in modo da ottenere, a partire da un massello, fogli, lamiere, nastri, ovvero barre di diversa sezione e profilati. Pur nel costante perfezionamento della macchina - che, molto probabilmente, venne per la prima volta sperimentata nel corso del XVI secolo per la laminazione di metalli dolci quali il piombo e il rame -, questa si caratterizza per la presenza di due cilindri rotanti ad assi paralleli, orizzontali e soprapposti in verticale in modo da lasciare un certo spazio tra loro. Il cilindro inferiore gira attorno ad un asse fisso, quello superiore può invece essere spostato in verticale in modo da regolare la distanza con l'inferiore. Inoltre i due cilindri, mossi originariamente ciascuno da un operatore e quindi grazie a un sistema ad ingranaggi da un'unica manovella, devono girare in senso opposto e ad identica velocità, in modo che le due zone prospicienti si muovano nello stesso senso. Qui viene inserito il massello da lavorare, di spessore sempre superiore a quello della distanza tra i due cilindri: per passaggi progressivi (spesso alternati a ricotture della lastra per evitare l'incrudimento del metallo), sfruttando la forza d'attrito che si stabilisce tra il massello e i due cilindri rotanti, si ottengono così per schiacciamento fogli, lamiere e nastri, ovvero barre e profilati nel caso in cui i cilindri, anziché a superficie liscia, presentino gole e profilature. Gli spessori ottenibili oscillano intorno al decimillesimo di mm. Così Giacinto Carena (1853): "Laminatoio, macchina per ridurre le verghe in lamine, o queste via via più assottigliarle, facendole passare tra due cilindri di ferro, orizzontali, vicinissimi, fatti volgere l'un sull'altro in contrario verso mediante la stella".
 
note:
 
inglese
rolling mill
francese
laminoir