o filiera. Attrezzo per produrre fili metallici uniformi, di diametro inferiore a quelli ottenibili con i laminatoi a filo, un tempo di comune uso nelle botteghe orafe. Si identifica con una piastra che, nel corso del tempo e in ragione del materiale da trattare, è stata realizzata in pietra, ferro, acciaio temperato, acciaio speciale, pietre dure, diamante, ecc., comunque caratterizzata dalla presenza di un foro o di una serie di fori di forma e grandezze diverse. La barra da trafilare, allungata ad una estremità in modo da poter essere inserita nel foro (che da un lato è svasato per facilitare l'operazione) oltrepassando la piastra, viene quindi tirata a mano con l'ausilio di una tanaglia a morso, o attraverso il più elaborato sistema del banco da tirare (vedi trafilatrice), fino a raggiungere, attraverso passaggi graduali da fori sempre più piccoli, il diametro voluto. Così Giacinto Carena (1853): "Trafila, che anche dicesi filiera, è una robusta piastra d'acciaio, bucherata di più fori di crescente grandezza, pei quali un cilindretto metallico col tiratoio si riduce in filo facendolo successivamente passare per fori gradatamente minori. La trafila è posta di coltello sur una delle testate del banco, e vi è rattenuta da due colonnini di ferro". |