o orefice. Propriamente l'artista o l'artigiano che esegue lavori in oro e, estensivamente, in metalli nobili e pietre preziose, di modo che spesso il lemma riunisce nella stessa figura anche quelle dell'argentiere e del gioielliere. Al proposito già Filippo Baldinucci (1681) precisa: "e sebbene orefice vuol dire, strettamente preso, colui che lavora d'oro, siccome argentiere, chi lavora d'argento, contuttociò molto spesso sotto questa denominazione d'orefice vengono compresi ancora gli argentieri". I termini orafo e orefice, seppure con alterne fortune, sono stati utilizzati nel tempo come sinonimi, come attestano le annotazioni dello stesso Filippo Baldinucci. Oggi il termine orefice è viceversa più comunemente impiegato a individuare il proprietario di un negozio dove i preziosi vengono commercializzati. Non così per Giacinto Carena che, nel suo Vocabolario (1853), annota: "Orefice, artefice che fa lavori in oro". E ancora: "Orafo, lo stesso che orefice, ma è voce disusata, salvo in certe locuzioni proverbiali, come: pesare alla bilancia dell'orafo, per esaminare una cosa con grande scrupolosa attenzione". Vedi anche grossiere, minutiere. In ambedue i casi dal latino aurifex, composto di aurum, oro, e del tema di facere, fare, lavorare. |