La tecnica e il lavoro realizzato in una determinato materiale essenzialmente mediante asportazione di porzioni dello stesso tramite tagli e incisioni. Pur nella sua genericità il termine ha assunto nel corso del tempo significati diversi, definendosi inizialmente, nel corso del XVI secolo, come sinonimo di incisione, nel senso di preparazione di una lastra di rame per la stampa. In questo senso testimoniano gli scritti di Benvenuto Cellini (1568) e di Giorgio Vasari (1568). Più ampie possibilità di significato sono offerte nel Vocabolario di Filippo Baldinucci (1681), che alla voce intagliare giunge a comprendere le operazioni dello "scolpire, formare che che sia, in legno, o marmo, o altra materia col taglio degli scalpelli, subbie, sgorbie, ed altri proporzionati strumenti". Lo stesso, alla voce intagliatore (vedi), introduce tuttavia elementi discriminanti tra questa pratica e quella della scultura, differenziate non in base alla particolare tecnica esecutiva (nel primo caso per tagli essenzialmente condotti con l'uso diretto dell'utensile, nel secondo per schianti dovuti alla percussione di un'utensile impiegato col mazzuolo) ma in relazione ai generi trattati, decorativi nel primo caso, di figure nel secondo. In riferimento a elementi decorativi a basso rilievo il termine appare ugualmente negli scritti di Quatremère de Quincy (1832), per il quale gli intagli sono comunque da identificarsi con "i lavori incavati con poca profondità, che fanno talvolta l'effetto del rilievo, quantunque ne siano il contrario".