Lemma utilizzato da Giorgio Vasari (1568) in relazione alla lavorazione del marmo, ad indicare la creazione di microfratture nel materiale dovute ai colpi degli scalpelli, più frequenti nel caso in cui l'utensile venga tenuto con inclinazioni superiori ai 45 gradi rispetto alla superficie in lavorazione. Così nell'introduzione all'architettura premessa alle Vite degli artifici: "E tutti gli strafori che fanno, per non intronare il marmo gli fanno con trapani di minore o maggiore grossezza". Anche Benvenuto Cellini (1568), consigliando l'uso di subbie dalla punta particolarmente sottile (subbiette), suggerisce di portare avanti la lavorazione dell'opera con questi utensili per quanto possibile, proprio perché "la detta sottilissima subbia non introna il marmo, ché non la ficcando per diritto nella pietra l'uomo spicca dal detto marmo tutto quello che e' vuole gentilissimamente".