Metallo presente in natura sia libero sia in associazione ad altri minerali. Noto fino dall'antichità è stato ampiamente e variamente utilizzato per le sue caratteristiche di malleabilità e duttilità, alle quali si unisce la particolarità di un tipico colore rosso chiaro. In campo artistico è stato lavorato sotto forma di lamine con le tecniche dello sbalzo, del cesello, dell'agemina e del niello (vedi alle singole voci). Ha trovato inoltre impiego quale fondo per smalti e, in particolare in epoca rinascimentale, per statue anche di notevoli dimensioni. Dal XV secolo è stato il materiale principale per la realizzazione delle lastre da incidere in cavo finalizzate alla stampa (vedi incisione a bulino, acquaforte), ricordate nel Vocabolario di Filippo Baldinucci (1681) appunto come di "rame battuto, in piastra, denso, e senza falde, senza pori, o buchi, senza mescolaza d'altra materia, e pastoso". Seppure sporadicamente è stato impiegato anche come supporto per pitture. In lega con lo stagno consente di ottenere il bronzo (vedi), in lega con lo zinco l'ottone (vedi). E' presente in numerosi pigmenti antichi e moderni, sia naturali (vedi azzurrite, verde malachite), sia artificiali (vedi, tra i molti, verdigris, blu di Brema, blu di ftalocianina). |