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Lemma
cipresso
o arcipresso (arcaico e dialettale), ancipresso (arcaico e dialettale). Legno duro, nodoso e compatto, ottenuto dall'omonimo albero della famiglia delle Cupressaceae (Cupressus sempervirens), caratteristico della macchia mediterranea. Le sostanze oleo resinose che contiene impediscono l'attacco di muffe e gli conferiscono un odore caratteristico che evita l'attacco degli insetti xilofagi. Fin dall'antichità è stato apprezzato e utilizzato per lavori al tornio, intarsi, intagli e, più in generale, per la costruzione di infissi e arredi (in particolare mobili da riposto nei quali può essere valorizzato il suo profumo). Nell'ambito della pittura su tavola è stato utilizzato come supporto essenzialmente nell'area italiana (si segnalano due opere di Piero del Pollaiolo nella Galleria degli Uffizi), comunque in modo decisamente sporadico rispetto al più diffuso pioppo bianco. Così Filippo Baldinucci (1681): "Arcipresso o Ancipresso o Cipresso. Albero il cui legname è attissimo agli edifizi, massimamente per far porte, e altre simil cose: non è soggetto a tarli, ed è odorosissimo. Di tanta durata sono i lavori che si fanno di tal legname, che dicono, le porte del tempio di Diana in Efeso, fatte d'arcipresso, esser bastate quattrocento anni, in fine de' quali parevan nuove: e Leombattista Alberti afferma, aver veduto, nel rassettar che fece Papa Eugenio le porte di S. Pietro in Roma, che erano di questo legno, e già coperte d'argento, in quei luoghi dove i barbari non l'avevano di esso argento spogliate, essersi mantenute dal tempo d'Adriano III che le fece, fino allora, cioè cinquecento anni". Dal nome greco dell'isola di Cipro o, secondo altri, da Cyparisson, nome mitologico di un giovane amato da Apollo e, appunto, trasformato in cipresso.
 
note: Masetti Biselli Luisa (a cura di), Restauro dei dipinti su tavola. I supporti, Firenze, Nardini Editore 1999. Borghini Gabriele, Massafra Maria Grazia (a cura di), Legni da ebanisteria, Roma, De Luca 2002.
 
inglese
cypress
francese
cyprès