Giunzione a incastro di due pezzi nel quale il risalto (o maschio, o tenone) è a sezione trapezoidale con la base maggiore verso l’esterno, in modo da poter essere inserito in un alloggio (o femmina, o mortasa, o cava) corrispondente, determinando un collegamento particolarmente solidale. E' normalmente impiegata nella costruzione dei cassetti e, più in generale, dove si devono unire ad angolo retto due tavolette. All'interno della tipologia si possono distinguere unioni a coda di rondine semplice (con un solo maschio inserito nella corrispondente femmina), multipla (dove l'incastro si ripete), nascosta (dove la femmina è cieca e non si vede su una delle facce, da utilizzare, ad esempio, per nascondere alla vista il sistema di tenoni sulla parte anteriore di un cassetto). Così Filippo Baldinucci (1681): "A coda di rondine, posto avverb. Dicesi d'alcune intaccature, o incavi angolari, fatte da legnaiuoli e scarpellini a simiglianza della coda della rondine, cioè larghe da una parte, e strette dall'altra; ad effetto che non possano esser cavate le cose commesse con tale intaccatura da veruna altra parte. Useremmo anche dire, a conio, per la similitudine che ha l'intaccatura a coda di rondine col conio, largo in cima e stretto in fondo". |