Termine arcaico a indicare una buca pontaia, ovvero un'apertura realizzata nel paramento murario per inserirvi la testa dei pali in legno che formano il ponteggio, in modo da conferire maggior tenuta statica allo stesso. Il termine covile (evidentemente nato per il frequente utilizzo delle antiche buche pontaie non tamponate da parte di vari animali) č registrato, tra l'altro, da Giacinto Carena (1853): "Covili, quelle buche quadre che si vedono negli edifizj non ancora intonicati, nč altrimenti rifiniti, nelle quali stavano ficcati i travicelli, o piane, reggenti il tavolato dei ponti, le quali buche vi si lasciano per rifare i ponti, nel caso di voler rifinire, o dover ristaurare l'edifizio". |