o calcagnolo. Utensile metallico a forma di scalpello utilizzato in scultura fino dall'antichità, caratterizzato da un bordo a due denti, cioè, come precisa Giorgio Vasari nell'introduzione alle Vite (1568), "con una tacca in mezzo". Ne è ugualmente documentato l'uso per incidere solchi paralleli su uno strato di intonaco già indurito in modo da creare un aggrappo per ulteriori stesure di malta. La gradina (vedi), a cui spesso è associato, è viceversa caratterizzata da un maggior numero di denti. Così Filippo Baldinucci (1681): "Calcagnuolo, o Dente di cane. Una sorta di ferro corto, che serve agli scultori per lavorare il marmo, dopo averlo digrossato con la subbia". Vedi anche brunitoio. |