o gesso da presa, gesso da forma, gesso da stucchi. Prodotto ottenuto dal gesso (solfato di calcio biidrato) per calcinazione e successiva macinazione, con un riscaldamento fatto a temperature comprese tra i 110 e i 130 °C. Attraverso la cottura il minerale perde i 3/4 dell'acqua di cristallizzazione, ovvero una molecola e mezzo di acqua, e si polverizza trasformandosi in solfato di calcio semiidrato: impastato con acqua tende così a riassorbire l'acqua perduta e a indurire rapidamente (presa) formando un aggregato cristallino compatto, con aumento di volume. Grazie a queste caratteristiche è impiegato sia come stucco sia come gesso da forma: l'aumento di volume che si produce consente infatti un perfetto riempimento degli stampi. Così Filippo Baldinucci (1681): "Gesso da far presa, detto altrimenti, gesso da muratori. Serve agli scultori, e gettatori di metalli, per formare i modelli dell'opere che devono gettare, e cose di rilievo artificiali, e naturali, nel modo che abbiamo detto di sopra. Questo gesso si fa di certa pietra bianca, che si cava a Volterra e la chiamano spugnoni, che ridotti in piccoli pezzi si cuocion dentro a forni ben caldi". |
note: T. Turco, Il gesso, lavorazione trasformazione impieghi, Milano, Hoepli. |