In origine la locuzione indica una tecnica pittorica che prevede l'uso di colori particolarmente liquidi e quindi privi di densità e spessore, evitando il sovrapporsi di strati cromatici e il tornare sulle singole stesure, ottenendo comunque dipinti compiuti. Il metodo, praticato dalla metà del XVI sec. alla metà del XVIII sec., comporta un particolare virtuosismo dell'artista che, operando alla prima, dimostra perfetta padronanza dei mezzi e, soprattutto, dell'idea, non verificata da un precedente abbozzo. Più recentemente, e in particolare dall'avvento della pittura 'en plen air', il termine è andato a indicare una pittura caratterizzata dall'uso di un colore abbondante e corposo (pittura diretta), sempre legata a una grande rapidità di esecuzione, non mediata da un abbozzo e priva di velature e comunque di sovrapposizioni di strati di colore (come invece accade nella così detta pittura indiretta). Per analogia, nel restauro, indica una integrazione pittorica ottenuta con una sola stesura di colore, a diretta imitazione del colore della zona circostante la lacuna. Così Filippo Baldinucci (1681): "Alla prima, posto avverbial. Diconsi quelle pitture esser fatte alla prima, le quali ha l'artefice perfezzionate alla prima impastatura de' colori, senza punto e poco tornarvi sopra, e queste per ordinario non hanno lunga vita [...] intendendo di quelle che si fanno alla prima con poco colore e liquido".