Nell'ambito delle arti pittoriche, tra i vari modi di riporto di un disegno preparatorio sul supporto definitivo, l'incisione indiretta prevede l'uso di un modello in carta che, poggiato sul supporto, viene inciso con uno strumento tagliente o a punta (stile) lungo le linee del disegno, di modo che queste rimangano impresse sulla superficie. Per la necessità di una superficie cedevole all'impressione, l'incisione indiretta trova ampio utilizzo nella tecnica dell'affresco (dove è distinguibile da una incisione diretta per l'arrotondamento dei bordi delle tracce) o su imprimiture a gesso e colla. Così Filippo Baldinucci (1681) descrive l'operazione alla voce Cartone: "... Di poi [i pittori] accomodano essi cartoni sopra la tavola o muro, dove la pittura deve farsi, calcando i contorni sopra la mestica, o intonaco, con istile d'avorio, o legno duro, cui cede la calcina, per esser fresca, e riceve in sé tutte le linee". Nell'ambito dell'incisione calcografica la locuzione individua l'insieme delle tecniche in cui l'artista ricorre a varie operazioni di morsura del metallo tramite adeguate sostanze chimiche (vedi acquaforte, vernice molle, acquatinta, incisione in cavo a fondo punteggiato, incisione a colori), in modo da distinguere queste da quelle in cui l'artista incide direttamente il metallo (vedi incisione a bulino, niello, puntasecca e mezzotinto). |