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Lemma
intonaco
Con il probabile significato originario di dare una tonaca, vestire, il termine si afferma dal sec. XIV per indicare il rivestimento dato ad una muratura in modo da proteggerla contro le intemperie, impermeabilizzarla o prepararla ad eventuali interventi decorativi (vedi, ad esempio, graffito) o pittorici (vedi, ad esempio, affresco). Il procedimento tradizionale di messa in opera, già descritto da Vitruvio, prevede la stesura di almeno tre strati di malta: il primo, generalmente indicato con il termine rinzaffo (o intonaco rustico), si presenta come una malta grossolana e decisamente ruvida che ha la funzione di ancoraggio; il secondo, con funzioni di livellamento, è l'arricciato (o arriccio), meno irregolare ma pur sempre ruvido per permettere una buona presa dell'ultimo strato di finitura, l'intonaco vero e proprio o intonachino, caratterizzato da una superficie uniforme e levigata. Quest'ultimo è assente nel caso in cui si voglia una finitura di tipo rustico o si debba applicare un paramento. In base ai diversi elementi costituenti la malta e alle diverse modalità di finitura l'intonaco assume denominazioni estremamente variate. Vedi, tra l'altro, intonaco pettinato, intonaco lamato, intonaco strollato. Vedi anche bugna, bugnato (in relazione ai casi in cui questa venga eseguita in pietra artificiale).
 
note:
 
inglese
plaster
francese
enduit