Lavoro (e risultato del lavoro stesso) basato sul montaggio di elementi tagliati ad angolo vivo secondo forme regolari e ripetitive. Nell'ambito della falegnameria, ad esempio, si identifica con la produzione di infissi, armadi, mensole, cornici e via dicendo, dove le fasi salienti della lavorazione sono il taglio a spigolo vivo di singoli elementi e il loro successivo montaggio a squadra. Ugualmente nella lavorazione delle pietre, come ricorda nell'introduzione alle Vite Giorgio Vasari (1568), "quando elle si lavorano per la fabbrica, tutto quello dove si adopera la squadra e le seste e che ha cantoni, si chiama lavoro di quadro. E questo cognome deriva dalle facce e dagli spigoli che son quadri, perché ogni ordine di cornici, o casa che sia diritta ovvero risaltata ed abbia cantonate, è opera che ha il nome di quadro; e però volgarmente si dice fra gli artefici lavoro di quadro". In termini molto simili precisa Filippo Baldinucci (1681): "Lavoro quadro, o lavoro di quadro. Quella sorta di lavoro, nel quale s'adopera la squadra, e le seste, e che ha angoli, o cantonate; e così ogn'ordine di cornice, o cosa che sia diritta, o risaltata; e si dice lavoro quadro, o lavoro di quadro; e questo lavoro si fa alcune volte liscio, e altre intagliato". Echi della definizione vasariana sono ancora rintracciabili nei vocabolari ottocenteschi, come in quello di Giacinto Carena (1853): "Lavoro quadro o lavoro di quadro, dicesi quella sorta di lavoro nel quale si adopera la squadra e le seste, e che ha angoli o cantonate, e per lo più dicesi dei lavori in pietra". |