La
Stazione marittima per passeggeri di Ponte dei Mille a Genova. Studi sui
materiali, analisi dei fenomeni di degrado, logiche di intervento
Cristina Bartolini, Luisa De Marco,
Giulio Predieri, Sergio Sfrecola
Studi e progetti per la costruzione
della Stazione Marittima di Ponte dei Mille
L'esigenza di dotare il porto genovese
di una stazione marittima per passeggeri risale al 1877 (1). Sulla
base del progetto dell'ing. Adolfo Parodi venne individuata l'area di Santa
Limbania dove, tra il 1884 e il 1890, l'impresa Cesaroni procedette alla
costruzione di un corpo di fabbrica ad un piano, in muratura, destinato
a ricovero per gli emigranti e agli uffici della dogana. Emersa in breve
tempo la necessità di ampliare e di trasformare l'edificio, insufficiente
a far fronte alle operazioni di imbarco e di sbarco di flussi sempre più
numerosi di passeggeri, nel 1904 furono avviati i primi studi per modificarne
l'assetto e nel 1912 fu predisposto dall'ing. L. Biondi un progetto di
massima per la costruzione di una nuova Stazione Marittima.
I lavori appena iniziati vennero
interrotti sullo scorcio del 1915 dallo scoppio della prima guerra mondiale
e per otto anni le due gallerie di sbarco, costruite sulla parte più
avanzata del ponte Federico Guglielmo, oggi dei Mille, non furono proseguite.
Nel 1922 il Consorzio Autonomo del Porto stanziò i fondi per la
prosecuzione dell'intervento quindi, nel 1924, venne approvato il progetto
generale delle opere che ricalca, in linea di massima, l'idea del 1912.
I lavori furono avviati sotto la guida dell'ingegnere Ariberto Albertazzi,
capo dell'Ufficio Tecnico del Consorzio, che incaricò l'ing. Federico
Tornielli della direzione lavori del cantiere e della compilazione dei
successivi progetti esecutivi mentre, per gli aspetti artistici, il Consorzio
si volle affidare alla consulenza dell'arch. Alberto Terenzio, a capo dell'Ufficio
di tutela della Liguria.
L'esecuzione del primo lotto di
lavori comprendente il fabbricato ovest e il passaggio di collegamento
con l'avancorpo centrale venne affidato alla Impresa Società Italiana
Chini (2), cui in seguito vennero affidate anche le altre opere. Il 28
ottobre 1930 la Stazione Marittima di Genova venne inaugurata ufficialmente.
Il progetto generale e l'esecuzione
dei lavori
Il progetto del 1924 prevedeva la
realizzazione di un edificio composto da tre corpi di fabbrica, a tre piani
fuori terra, con struttura portante di calcestruzzo di cemento armato,
costruttivamente separati mediante giunti di dilatazione e collegati con
piazza Principe mediante un viadotto e un piazzale sopraelevato, posto
in corrispondenza con il primo piano della Stazione.
Nella prima ipotesi progettuale,
per gli apparati ornamentali erano previsti "motivi semplici di decorazione
architettonica, da eseguirsi in intonaco a colori, salvo che per lo zoccolo,
i pilastri verso il piazzale e le balaustrate, da eseguirsi in pietra artificiale"
(3) ad imitazione della pietra naturale.
Tra le tre ditte ammesse alla licitazione
privata mediante offerta di prezzi, una commissione speciale formata dall'ing.
Albertazzi, dall'ing. Tornielli e dall'avv. Cismondi scelse l'impresa Chini
in grado di documentare, tra l'altro, l'esecuzione di lavori in cemento
armato "con speciale riferimento a fondazioni su pali di cemento armato,
travate di ponti, e ad opere edilizie di carattere artistico" (4).
A differenza delle comuni imprese edili, le ditte specializzate potevano
infatti contare su un'organizzazione interna, su competenze tecniche e
su una strumentazione di cantiere che consentivano di realizzare strutture
di calcestruzzo di cemento armato anche impegnative dal punto di vista
della progettazione e del calcolo, e manufatti in pietra artificiale a
scopo eminentamente decorativo.
Fig. 1 Costruzione del fabbricato centrale
e del piazzale sopraelevato (maggio 1928)
Durante i lavori, nel 1927, il Consorzio
dispose di modificare la composizione e gli apparati decorativi dei prospetti
principali allo scopo di dare all'edificio "maggior solidità e durata
insieme ad un aspetto di maggior imponenza" estendendo l'adozione della
pietra artificiale "a tutto il corpo principale del fabbricato, sino al
corpo del corridoio di sbarco, e da questo punto in poi, al basamento delle
facciate" (5).
Le modifiche riguardanti le decorazioni
in pietra artificiale gettata fuori opera imposero, come conseguenza, un
aumento dei costi di costruzione, accolti senza riserve dal Consorzio,
e derivanti dalla necessità di eseguire modelli di notevole impegno
tecnico, dalla complessità della morfologia degli stampi, più
onerosi da predisporre e meno durevoli, e dalle aumentate difficoltà
di sollevamento e di montaggio in opera dei singoli pezzi.
Note
(1). Per le vicende costruttive
della Stazione cfr. Consorzio Autonomo del Porto di Genova (a cura di),
Stazione Marittima Passeggeri Ponte dei Mille, Genova, 1930.
(2). All'epoca della costruzione
della nuova Stazione Marittima, la ditta Chini era specializzata nelle
opere di finitura delle facciate e degli ambienti interni. Si tratta di
una ditta nata a Milano alla fine dell'Ottocento per opera di Giovanni
Chini e ampliata all'inizio del Novecento con l'apertura di filiali a Genova,
Lugano e Reggio Calabria. "Nel 1906 l'impresa diventa una società
per azioni, la Società Italiana Chini per l'industria del cemento,
gesso e stucco, e consegue il Gran Premio di arte decorativa all'Esposizione
di Roma del 1900 e a Genova nel1901". da C. Colombo, La stagione del cemento
artistico a Milano, 1900-1915, in: O. Selvafolta (a cura di), Costruire
in Lombardia. Edilizia residenziale, Electa, Milano, 1985.
(3). Fondo C.A.P., Faldone B.17.1,
fasc. 460, c. 72.
(4). Fondo C.A.P., Faldone B.17.1,
fasc. 460, c. 42.
(5). Fondo C.A.P., Faldone B.17.1,
fasc. 460, cartella 17.1, c. 57
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