La
Stazione marittima per passeggeri di Ponte dei Mille a Genova. Studi sui
materiali, analisi dei fenomeni di degrado, logiche di intervento
Cristina Bartolini, Luisa De Marco,
Giulio Predieri, Sergio Sfrecola
Composizione dei litocementi
Durante i lavori di ripristino dei
prospetti esterni della Stazione Marittima, il nostro laboratorio è
intervenuto per verificare la presenza di eventuali strati o patine superficiali
sulle finiture in conglomerato cementizio, realizzate ad imitazione della
pietra naturale. I manufatti eseguiti con tale tecnica, sono conosciuti
in letteratura anche con il termine di litocementi o cementi decorativi,
ampliamente impiegati in edilizia tra la fine dell'Ottocento e gli inizi
del Novecento. L'edificio costituito da tre corpi di fabbrica a tre piani,
affacciato sul mare, manifestava sui prospetti esterni evidenti segni di
degrado con estese fratture, fessurazioni e caduta di materiale, imputabili
soprattutto all'azione dell'inquinamento urbano ed agli aerosol marini,
con la conseguente ossidazione delle armature in ferro della struttura
sottostante.
In questa occasione sono state condotte
una serie di indagini diagnostiche di laboratorio mirate a caratterizzare
i materiali impiegati:
-
morfologico-tessiturale mediante microscopio
ottico stereoscopico in luce riflessa;
-
minero-petrografica in sezione sottile
al microscopio mineralogico in luce polarizzata;
-
sezione lucida stratigrafica al microscopio
in luce riflessa delle patine superficiali e relativi test microchimici;
-
diffrazione dei raggi X con il metodo
"delle polveri".
I campioni spessi mediamente
10-12 mm presentano un colore di insieme beige chiaro e coesione tenace,
in sezione sottile trasversale al microscopio mineralogico rivelano un
inerte di cava, di forma angolosa e con aspetto dimensionale arenaceo molto
grossolano (dimensioni medie 1-2 mm), costituito da granuli
di Calcare bianco, talora semicristallino e parzialmente magnesiaco, con
pochi cristalli euedrali romboedrici e Calcite accessoria. L'addensamento
in percentuale dei clasti rispetto alla matrice legante carbonatica (ricca
di minerali opachi) è alto (40%); presenta inoltre una sufficiente
classazione. La porosità, di forma bollosa e di origine da matrice,
è bassa (<20%)
L'analisi in diffrazione dei raggi
X con il metodo "delle polveri", ha rilevato la presenza dominante di Calcite
CaCO3 con Portlandite Ca(OH)2, Gesso CaSO4.2H2O e Ankerite
Ca (Mg, Fe) (CO3)2 accessori.
Si è individuata inoltre
la presenza di sostanze organiche contenenti corpi grassi, imputabili molto
probabilmente ad una lucidatura finale dell'intonaco e/o per migliorarne
le caratteristiche fisico-meccaniche.
In superficie, i campioni esaminati,
presentano in tracce una patina giallo-bruna spessa mediamente 0.02 mm,
costituita da ossalato di calcio biidrato (Weddellite), attribuibile a
processi di degradazione di sostanze organiche impiegate come protettivi,
anche se non è possibile escludere un loro impiego quali
sostanze grasse per facilitare l'operazione di sformatura degli stampi
(Fig 2).
L'analisi in diffrazione dei raggi
X con il metodo "delle polveri", condotta sulla patina superficiale ha
rilevato le presenza dominante di Calcite CaCO3 e Gesso
CaSO4.2H2O con Dolomite ferrosa Ca (Mg, Fe) (CO3)2 accessoria
e Quarzo SiO2, Weddellite C2CaO4.2H2O, Clinocrisotilo Mg3Si2O5(OH)4
in tracce.
Sono stati inoltre rilevati fenomeni
di degrado essenzialmente legati alla deposizione di pulviscolo atmosferico
e di particellato di natura carboniosa, nelle zone particolarmente protette
dalla pioggia acida, ove si è riscontrato anche una concentrazione
elevata di Gesso. Nelle zone esposte all'acqua piovana si è costatato
invece un dilavamento superficiale con dissoluzione del materiale carbonatico
(Fig. 1); nelle parti aggettanti, maggiormente esposte all'azione di degrado,
si è costatata la presenza in superficie di uno strato consolidante
di natura cementizia di colore grigio, molto tenace e di spessore variabile
da 1 a 5 mm, impiegato in precedenti interventi conservativi (Fig. 3).
(G.P.-S.S.)
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Foto 1. campione prelevato in zona sottoposta al azione di dilavamento
in cui si osserva la dissoluzione superficiale del materiale carbonatico
in sezione sottile trasversale al microscopio ottico mineralogico a nicol
incrociati 40x.cc. |
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Foto 2. Patina superficiale giallognola ad ossalati di calcio
(Weddellite) in sezione lucida stratigrafica al microscopio in luce riflessa
al 100x. |
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Foto 3. Strato consolidante cementizio posto sopra la finitura in sezione
sottile trasversale al microscopio mineralogico a nicol incrociati 40x. |
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