La
Stazione marittima per passeggeri di Ponte dei Mille a Genova. Studi sui
materiali, analisi dei fenomeni di degrado, logiche di intervento
Cristina Bartolini, Luisa De Marco,
Giulio Predieri, Sergio Sfrecola
Le opere manutentive in corso
L'intervento in atto sconta alcune
debolezze di origine differente, alcune delle quali riconducibili anche
alle procedure accelerate di approvazione dei progetti ricadenti nel programma
di lavori da realizzarsi in vista del Vertice G8 e soggiacenti alle norme
speciali emanate per l'occasione.
La tipologia dell'edificio, di vaste
dimensioni e caratterizzato da forme, strutture e materiali relativamente
"nuovi" per i quali manca ancora una consolidata prassi di intervento,
complicano inoltre i percorsi della conoscenza e gli indirizzi dell'intervento
che è costretto a scontrarsi oltre che con il problema dei costi
anche con quello della assimilazione di una cultura costruttiva e di uno
"stile" architettonico ancora da comprendere appieno.
Le lavorazioni eseguite sono state
quelle tipiche degli interventi di manutenzione edilizia, riassumibili
nell'idropulitura a pressione delle superfici, nella rimozione delle porzioni
in fase di distacco o disgregate, nell'applicazione di un convertitore
dei prodotti dell'ossidazione dei ferri d'armatura scoperti, nella integrazione
delle mancanze e delle fessurazioni con malte da ripristino fibrorinforzate
antiritiro preconfezionate, nella stesura di una coloritura finale a base
silossanica a due mani previa stesura di un primer, a scopo protettivo
e uniformante.
Il tipo di intervento eseguito è,
a tutt'oggi, il più diffuso per manufatti decorati con cementi artistici.
Generalmente, la doppia natura della pietra artificiale, di essere un manufatto
costituito da un impasto gettato in forme e, nel contempo, ad indurimento
avvenuto, di ricevere trattamenti di finitura propri dei materiali lapidei
e di essere montato in opera come se si trattasse di conci di pietra, pone,
al momento di un intervento di restauro, problemi di natura metodologica,
oltre che tecnica.
Oggi, l'atteggiamento prevalente
verso la pietra artificiale predilige l'aspetto connesso alle modalità
tecniche e ai materiali con cui essa è realizzata rispetto agli
intenti imitativi che sottendono tali operazioni. Infatti, benché
gli studi, ormai numerosi, sottolineino il ruolo delle operazioni di rifinitura
e dei trattamenti di superficie per ottenere effetti finali il più
possibile vicini a quelli della pietra "vera" -nel capitolato speciale
di appalto per la zoccolatura i prezzi comprendono "martellinatura e listelli"
(10) - negli interventi di restauro il trattamento riservato a questi manufatti
è
spesso assai simile a quello comunemente impiegato per gli intonaci lisci
o modellati.
Benché in antico non fossero
infrequenti finiture superficiali della pietra a scopo protettivo, per
simulare materiali diversi o, anche, come mezzo per nascondere differenze
cromatiche tra elementi contigui, gli attuali interventi sui manufatti
con partiti architettonici e decorativi di pietra artificiale, che fanno
generalmente ricorso a stesure di coloriture coprenti, sembrano trascurare
completamente l'intento imitativo che ad essi veniva affidato in fase di
costruzione.
Le opere di manutenzione dei prospetti
della Stazione Marittima di Genova sono state, da questo punto di vista,
un'occasione parzialmente mancata: la circostanza favorevole di un intervento
su un edificio di proprietà dell'Autorità Portuale di Genova
e il rilevante finanziamento erogato da un soggetto privato avrebbero forse
potuto dar vita ad un cantiere sperimentale nel quale, anche secondo gli
auspici dell'Ufficio di tutela, venissero adottate tecniche di intervento
più rispettose della materia e degli intenti dei costruttori.
(L.D.M.)
Note
(10). Fondo C.A.P., Faldone B.17.1,
fasc. 460, cc. 39-62.
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