DANIELA BOSIA
La decorazione a stucco fra Otto e Novecento, fra artigianato e industria.
sta in: Lo Stucco. Cultura, tecnologia, conoscenza." Atti del Convegno di Studi, Bressanone 10-13 Luglio 2001
pp. 49 - 58

La formazione.

Nel campo della formazione, accanto alle tradizionali accademie, si affermano sempre più le vere e proprie scuole artigiane, come la Scuola di Plastica del Museo Artistico Industriale di Roma e La Scuola d'Arte e Mestieri dell'Accademia Olimpica di Vicenza, mentre fioriscono studi e raccolte di opere del passato. Tra questi, ad esempio, sono da segnalare le monografie sugli stucchi di Giacomo Serpotta, definito "Re dello stucco"5 , espressione artistica della Sicilia dei secoli XVII-XVIII. Ma compaiono anche raccolte di opere di contemporanei - a scopo, si può forse dire, "autopromozionale" - che affidano alla fotografia la divulgazione del proprio saper fare, del proprio mestiere: è il caso dell'opera del Cav. Filippo Boggio, scultore e decoratore in Roma, presentata in tre imponenti volumi dal sintomatico titolo "Decorazione moderna: raccolta fotografica di stucchi, chiambrane, porte, soffitti,Ö", una sorta di catalogo della decorazione a stucco artistica e di produzione artigianale.
Di fatto, anche all'interno di una realtà produttiva connotata ormai da caratteri postindustriali, come si configura la produzione odierna di stucchi decorativi, la formazione di quella che in modo un po' riduttivo viene identificata come manodopera - modellatori, addetti alla produzione, alla finitura e al montaggio - costituisce uno dei principali problemi: la formazione, anche se impostata sulla frequentazione di scuole artigiane, viene completata in stabilimento e richiede passione, dedizione e anni di affinamento "sul campo".

Note:
5 - C. Ricci, Prefazione, in Le scolture e gli stucchi di Giacomo Serpotta, società Italiana di Edizioni Artistiche C. Crudo & C., Torino, 1900

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