"Stucchi"
neogotici col Portland bianco. L'oratorio Pesenti in Montecchio (Alzano
Lombardo)
Mariangela Carlessi
Oggi
Se il materiale cemento alla sua
"nascita" viene entusiasticamente propagandato in tutte le sue forme per
"sfidare il giudizio del tempo", anche l'oratorio di Carlo offre a tale
proposito argomenti di riflessione.
Purtroppo, l'assenza di documentazione
davvero utile circa lo stato precedente l'idrosabbiatura compiuta pochi
anni fa rende difficile valutarne le ragioni e l'opportunità in
senso conservativo, mentre è spontaneo attribuirle un impatto aggressivo.
Il confronto tra le immagini dell'oratorio prima/dopo ci informa solo dell'avvenuto
azzeramento del suo "valore d'antico": l'intervento ha infatti cancellato
le forme di deposito superficiale e di patina biologica che amplificavano
la profondità degli incavi e ne avvaloravano la spazialità
(oltre che, se ve ne erano, le tracce di eventuali trattamenti "protettivi"
che sappiamo in uso all'epoca), conferendo all'edificio una "diversa" identità,
ulteriormente impoverita dalla rimozione del raffinato portoncino originario.
Il reale effetto di usura e abrasione
sulla materia, seppur alquanto probabile, è però più
complicato da accertare, considerando che le frequenti cavità riscontrate
nella superficie dei getti (egualmente distribuite anche nelle sezioni
interne del materiale) sono da attribuire alla qualità dell'impasto,
e talvolta la rugosità e l'irregolarità sono forse riconducibili
alla tipologia dello stampo, piuttosto che alla rifinitura. Tuttavia l'esame
delle facce nascoste e protette, per esempio, delle colonnine dello strombo
dell'ingresso, rivela lacerti di una superficie in origine compatta e lisciata,
con tracce anche di una leggerissima coloritura, a fronte della consunzione
a tratti profonda delle aree in vista. Alla "pulitura" è seguita
l'applicazione di un "prodotto idrorepellente", la cui efficacia e comportamento
nel tempo sono altrettanto incerti (considerato anche l'aspetto complessivamente
"poroso" della superficie) e la cui presenza è comunque oggi denunciata
dalle fastidiose quanto tipiche percolazioni scure nei modellati non esposti
al dilavamento; alcune "riparazioni" effettuate nel tempo sono palesate
da limitate stuccature alquanto grossolane.
L'apparenza che se ne ha, avvicinandosi
dal parco, è quella di un manufatto integro, non grazie bensì
malgrado il suo aspetto ambiguamente troppo "nuovo"; ad una osservazione
ravvicinata un complessivo bilancio positivo sulla "durabilità"
del materiale non può però tacere taluni modesti ma chiari
segni di sofferenza. I giunti tra i pezzi hanno in molti punti perso la
stuccatura originale offrendosi quale rischioso punto d'ingresso per l'acqua,
come denunciano già alcune colature di ruggine che ne discendono:
peraltro è proprio la corrosione delle armature un problema prioritario,
come appare chiaro dai tratti di ferro oggi scoperti nonché dalla
sporadica ma sintomatica caduta di piccoli frammenti di ornamenti a sbalzo
che recano, all'interfaccia, residui di ruggine nella sede del tondino.
Numerose crepature verticali e a volte ramificate segnano le campiture
ad intonaco dei fronti laterali e proseguono nella lastra in getto sottostante,
denunciando forse limitati assestamenti; altrove le lastre e gli elementi
in getto, quali quelli dei pinnacoli e del grande arco, sono segnati da
diffuse discontinuità: talvolta crepature isolate e di maggior lunghezza,
più spesso fratturazioni assai concentrate, con andamento parallelo,
soprattutto frequenti nei profili di più limitato spessore delle
parti sommitali. Si tratta di fenomeni in gran parte imputabili al ritiro
del conglomerato, e comprensibili considerato l'aggregato così fine,
una percentuale presumibilmente alta di legante e la maggiore esposizione
agli agenti atmosferici, ma a tali discontinuità occorrerebbe tuttavia
porre rimedio con stuccature puntuali.
Tutti gli ornati con risalti presentano
tracce di colaticci, più sensibili nel grande arco, nelle cornici
degli oculi e nella fascia marcapiano, in questi ultimi casi provenienti
dalla copertura in lamiera e dai pluviali a sporto. L'area verso il retro
dell'oratorio, maggiormente ombrosa per la ricca vegetazione, registra
già un consistente attacco biologico (muschi) e depositi incoerenti,
diffusi anche alla base per l'acqua di rimbalzo.
Limitati danneggiamenti sono altresì
arrecati da atti di vandalismo.
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