FRANCESCO DE CESARE
L'esecuzione di ornati in stucco
in: Francesco De Cesare, La scienza dell'architettura, Napoli, Giovanni Pellizzone 1855, p. 252.

I primi stuccatori milanesi e fiorentini compongono i lavori e gli ornati di stucco in rilievo fissando uno scheletro di fabbrica de' chiodi, e delle grappe di ferro nei punti di rilievo dell'ornato, e su di essi si dispone l'ossatura con cemento fatto con un terzo di sabbia fine e calce, e due terzi di gesso. Allorché questo è disseccato si bagna superficialmente, fino a che non riceva più acqua, e vi si forma l'abbozzo con altro cemento composto di tre quarti di arena fine e di calce, ed un quarto solo di gesso, onde non sia istantanea la presa: si raschia quindi, e vi si manca tutto ciò che v'abbia potuto essere irregolare, con rastiatoi, raspe, e spatole curve o dentate, e finalmente si riveste di ottimo stucco; e per avere la pasta più fine si macina spesso su di una tavola di marmo. Nel rivestire di ornato gli stucchi intagliati si lasci per lo più scoverto l'abbozzo nelle parti rientranti per rendere il rilievo più brillante: ciò però si pratica per quante volte la distanza per il punto di veduta di tali ripieghi non si manifestino. Per gli ornati di bassissimo rilievo, sull'abbozzo liscio vi si estende uno strato di stucco grosso circa 5 mm (2 cent.), sul quale si spolvera l'ornato, e vi si ricaccia: gli antichi che spesso usarono di questo metodo, restarono le parti più rientrate al livello del fondo, che ricacciavano e rendevano sensibili per effetto del campo colorito.

Cfr. C. Arcolao, Le ricette del restauro. Malte, intonaci, stucchi dal XV al XIX secolo, Venezia, Marsilio 1998, p. 201.
 

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