STEFANO
F. MUSSO
Lo stucco in architettura. Tra
"simulazione" e"nascondimento"
in: Lo Stucco. Cultura, tecnologia,
conoscenza. Atti del Convegno di Studi, Bressanone 10-13 Luglio 2001
pp. 27-36
I materiali
L'arte e la pratica dello stucco
ha riguardato, díaltra parte, oggetti costituiti dai materiali più
diversi (dal legno ai metalli, dai marmi alle pietre, dai laterizi alle
malte e agli intonaci), rispetto ai quali lo stucco, per conseguire i risultati
sperati, ha assunto composizioni e caratteristiche fisiche e tecnologiche
variegate, agendo sugli ingredienti (i leganti: calce, scagliola, gesso;
gli aggregati: sabbia, polvere di marmo, cocciopestoÖ; gli additivi: caseina,
albume, vinoÖ) ma anche sui modi di preparazione dell"impasto, per renderlo
lavorabile e adatto ai singoli impieghi (agendo sulla malleabilità,
sui tempi di presa, sulle densità e sui modi di stesura, applicazione
e lavorazione). Infinite sono infatti le fonti da cui possiamo trarre informazioni
sulle materie usate, sui modi della lavorazione e della stesura dellíimpasto,
come documenta il saggio di Carla Arcolao e di Alessandro Dal Bo, negli
atti di questo stesso convegno, e come suggerisce questo breve e casuale
brano di Giorgio Vasari, per il quale:
"[Ö], volendo mostrare come lo stucco
s'impasti, si fa con un edificio in uno mortaio di pietra pestare la scaglia
di marmo, né si toglie per quell[o] altro che la calce che sia bianca,
fatta o di scaglia di marmo o di travertino; et in cambio di rena si piglia
il marmo pesto e si staccia sottilmente et impastasi con la calce, mettendo
due terzi calce et un terzo marmo pesto, e se ne fa del più grosso
e sottile, secondo che si vuol lavorare grossamente o sottilmente [Ö]"
(da: G. Vasari, Le viteÖ, cap. IIII, pag. 70).
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