STEFANO
F. MUSSO
Lo stucco in architettura. Tra
"simulazione" e"nascondimento".
in: Lo Stucco. Cultura, tecnologia,
conoscenza. Atti del Convegno di Studi, Bressanone 10-13 Luglio 2001
pp. 27-36
Strutture e forme nascoste o esibite.
In altri casi, agendo sulle forme
che intende creare e sui materiali che vuole imitare, lo stucco ha avuto
il grande pregio di risolvere, formalmente e costruttivamente, ardite soluzioni
strutturali o inedite proposte compositive e formali, talvolta mentendo
sulla realtà della "macchina" resistente o nascondendola dietro
artifici di sorprendente impatto visivo,.
Così sembra essere avvenuto
per la grande apertura che Gian Lorenzo Bernini realizzò per collegare
tra loro due antiche sale nei Palazzi Vaticani, dando vita alla attuale
Sala Ducale, come vestibolo della Cappella Sistina. Egli rimarginò
la vasta demolizione dellíantica parete con un arco murario, come imponeva
la tecnologia del tempo, ma lo nascose sotto una "massa di stucco" che
imita un elegante drappeggio ed evoca una cortina di tende damascate, sorrette
da angeli e putti, nel dichiarato tentativo di sottrarre peso alle masse
in gioco e di ridurre il tutto ad una scenografica compenetrazione di spazi.
La sala Ducale nei palazzi
Apostolici in Vaticano - La Galleria Prospettica di Palazzo Spada a Roma,
di Francesco Borromini - La nicchia con finto drappo sul fianco della chiesa
di San Siro a Genova
Al medesimo mondo di illusioni può
appartenere la tenda che sembra coprire, all'esterno, la nicchia aperta
sul fianco della chiesa di San Siro a Genova, realizzata in stucco a imitazione
di un oggetto che non cíè, un drappeggio, che "copre e rende leggero"
il tratto di muratura della nicchia..
Sulla facciata del romano Palazzo
Barberini, Francesco Borromini utilizzò invece lo stucco per suggerire
la presenza di profonde arcate, trasformando il piano del fronte in una
struttura ben più complessa e memore delle antiche pareti romane,
profondamente strutturate, forzando líeffetto prospettico della teoria
di arcate sovrapposte, in modo da creare líillusione di una profondità
di fatto inesistente. A San Giovanni in Laterano, poi, lo stucco si prestò
a nascondere, conservandole, le antiche colonne della basilica paleocristiana
dentro i nuovi pilastri binati che segnano la "invenzione" borrominiana
a servizio di un programma di rinnovamento fortemente voluto dal pontefice.
A Palazzo Spada, infine, lo stucco servì a rifinire la falsa prospettiva
dellíatrio, con la sottomissione delle linee architettoniche ad un unico
punto di fuga centrale e accelerato.
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