La composizione degli stucchi a Genova
tra Cinquecento e Novecento
Roberto Ricci, Rita Vecchiattini
La diffusione degli elementi a
stucco in facciata
In una città la cui tessitura
urbana è costituita da stretti vicoli, le prospettive si riducono
spesso ad arditi scorci e le facciate degli edifici sono faticosamente
illuminate dalla luce del sole, la decorazione plastica delle facciate
è stata impiegata in percentuale notevolmente minore rispetto a
quella dipinta. Gli elementi reali quali timpani, colonne, paramenti, etc.
lasciano il posto ad elementi studiati per ingannare l'occhio e risolvere
in modo architettonico lo spazio ridotto e la scarsa luminosità
dei luoghi [1-2].
Ciò emerge chiaramente dall'osservazione
dei dati rilevati durante la "Mappatura culturale della città vecchia
di Genova" [3], realizzata tra il 1994 e il 1999, con il Progetto Civis
Ambiente (1), cofinanziato dal Comune di Genova e dall'Unione Europea nell'ambito
del programma Life. Il data base relazionale (2), comprendente più
di 40.000 schede di rilevazione documentate da circa 15.000 foto digitali
ed oltre 1.500 schemi funzionali, è collegato ad una mappa numerica
(3) della città vecchia, appositamente realizzata.
Una delle dieci tavole (4)
principali che caratterizzano il data base è relativa alle strutture
verticali, quali muri interni e/o facciate, in cui è stata compilata
dai rilevatori, tra le altre voci, quella riferita agli eventuali rivestimenti
di facciata. Su 4.851 facciate considerate, appartenenti a 2.344 corpi
edificati, la maggior parte, circa il 97% (4.725 facciate), ha un rivestimento
che può essere di tipo litico o ceramico (89 facciate) oppure intonacato
(4.636 facciate), ma solo il 13% circa (313 facciate) di quelle intonacate
presenta elementi a rilievo realizzati a stucco. In tal caso il termine
generico "elementi a rilievo" intende comprendere sia il modellato di tipo
architettonico, costituito da modanature, frontoni, lesene, sia le decorazioni
come festoni, medaglioni, mascheroni etc..
Osservando poi, sulla carta tematica
(5) [Tav. 1], la localizzazione di tali facciate si scopre che esse
sono sempre poste in relazione ad uno spazio antistante che ne permetta
una visione complessiva. Pertanto gli elementi a rilievo ornano i confini
naturali della città vecchia, come la palazzata della Ripa verso
il mare, gli assi viari realizzati a seguito di progettati interventi urbanistici,
come la cinquecentesca Strada Nuova e la Nuovissima (Via Cairoli) il cui
progetto risale al 1786, o caratterizzano spazi puntuali nel cuore del
tessuto, come nel caso di Palazzo Spinola in Piazza Pellicceria (6)
e Palazzo Imperiale in Piazza Campetto (7).
Restringendo il campo alle sole
facciate intonacate in cui spiccano elementi a rilievo realizzati a stucco,
i 152 corpi edificati sono correlati ad una o due datazioni, sempre indicate
dai rilevatori in sede di Mappatura ed in seguito verificate sulla base
di caratteri cronotipologici e documenti storici. In particolare la prima
datazione, presente per ogni corpo edificato, è relativa all'"epoca
prevalente" dell'edificio nel suo complesso, e pertanto non solo della
facciata; tale datazione, rilevata sulla base degli elementi formali visibili
all'esterno e all'interno dell'edificio, è sempre compresa, nel
caso di facciate a stucco, tra il XVI e il XX secolo, con un deciso picco
in corrispondenza del XIX secolo. La seconda datazione, presente solo nel
caso di edifici evidentemente pluristratificati, è relativa all'"epoca
antiquaria" dell'edificio determinata sulla base di consistenti elementi,
appartenenti all'edificio stesso, risalenti ad una fase più antica
rispetto a quella della sistemazione prevalente. A tal proposito è
importante notare che, nella maggior parte di corpi edificati datati al
XX secolo, è stata individuata una seconda datazione, compresa tra
il XIII e il XIX secolo.
In realtà non sono noti a
Genova elementi decorativi per facciata, realizzati a stucco anteriori
al XVI secolo così come, dopo l'Ottocento, ad eccezione di alcuni
esempi nell'ambito dell'Art Nouveau, la decorazione a stucco iniziò
una fase di declino, riducendosi all'impiego, in interni, di elementi preformati
in stampi.
Note
(1) La Mappatura ha riunito i sottoprogetti
2 e 3 del Progetto Civis Ambiente, riguardanti la creazione di strumenti
di supporto alla pianificazione urbana. In particolare il sottoprogetto
2 prevedeva la realizzazione di un sistema informativo territoriale ambientale
per il centro storico e il sottoprogetto 3 la realizzazione di un sistema
di ricognizione archeologica dei suoli e statica degli edifici.
(2) Realizzato con Software Oracle
e purtroppo solo parzialmente accessibile al seguente indirizzo Internet:
http://bianco.arch.unige.it/oralink.
(3) Realizzata con Software MapInfo
sulla base delle carte tecniche regionale (scala 1:5.000) e municipale
(scala 1:1.000), digitalizzate a schermo con l'aiuto di scansioni, e verificate
sulla base dei contorni del rilievo comunale (scala 1:500).
(4) Le dieci tavole principali di
descrizione si riferiscono a: l'edificio nel suo complesso, secondo una
visione sintetica mutuata da tutte le informazioni raccolte nelle altre
schede; le strutture verticali, quali muri interni e/o facciate; le aperture,
quali porte e/o finestre; le strutture orizzontali, quali solai, volte
e/o balconi; l'atrio di ingresso; il vano scala; gli appartamenti, limitatamente
a quelli accessibili; gli accessori strutturali, quali puntoni e/o catene;
le coperture; le attività commerciali al piano terreno.
Le cinque tavole secondarie di relazione
si riferiscono a: i corpi; i corpi e le coperture; i civici e gli eventuali
accessi secondari; i civici e le relative immagini digitali; i civici ed
i vincoli dei beni mobili e immobili secondo le leggi di tutela del 1939.
(5) Elaborazione dei dati e redazione
della carta tematica a cura di Charta s.r.l..
(6) Il Palazzo fu costruito nella
seconda metà del XVI secolo per la famiglia Grimaldi ma subì
radicali mutamenti tra cui il rifacimento dei prospetti nel XVIII secolo,
quando passò alla famiglia Spinola.
(7) Il Palazzo fu costruito per
volontà di Vincenzo Imperiale, principe di Sant'Angelo, attorno
al 1560 da Giovanni Battista Castello detto il Bergamasco, operante in
Genova tra il 1552 e il 1566.
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