• La composizione degli stucchi a Genova tra Cinquecento e Novecento

  • Roberto Ricci, Rita Vecchiattini
     

    La composizione degli stucchi

    Le indagini, svolte a vario titolo, sugli edifici della città vecchia di Genova hanno fornito elementi di valutazione che hanno permesso di arrivare, in alcune occasioni, a riscoprire informazioni importanti sulla conoscenza dei materiali nel passato. In particolare l'analisi mineralogico-petrografica, eseguita al microscopio ottico stereoscopico in luce riflessa, e la diffrattometria ai raggi X di numerosi micro-campioni relativi ai rivestimenti ad intonaco di facciata hanno condotto a conclusioni inaspettate, se considerate con i parametri tecnici e scientifici delle nostre conoscenze.
    Per quanto riguarda gli elementi a stucco, sono stati analizzati cinquantadue micro-campioni provenienti da circa venti unità edilizie, prelevati in situ in punti e porzioni opportuni. Tale quantità, pur essendo apprezzabile a fini statistici, è una percentuale complessivamente limitata rispetto alle oltre duemila analisi di malte da allettamento e da intonaco eseguite su edifici del centro storico di Genova dal Laboratorio di Archeologia e Archeometria per il Costruito dell'ISCUM (8) .
    Tutti gli stucchi, appartenenti a facciate di edifici nella città vecchia di Genova, sono risultati essere sempre composti da tre strati tecnici, così come gli intonaci presenti sugli sfondati, e finiti a marmorino. L'insieme delle informazioni desunte dalle analisi ha evidenziato cinque composizioni differenti, relative alla finitura degli stucchi stessi:

    • il 58% (30 micro-campioni) è costituito da marmorini "classici" con spessore di pochi millimetri (due o al massimo tre millimetri) realizzati con un legante a base di calce aerea e un aggregato composto da polvere di marmo fine, con dimensioni millimetriche.
    • il 19% (10 micro-campioni) è costituito da "finti" marmorini realizzati ancora con un legante a base di calce aerea ma in cui la polvere di marmo è sostituita da sabbia di quarzo latteo anche questa di dimensioni attorno al millimetro. Tale sabbia si trova abbondante nell'arenile della Ripa ma è anche presente in quello di Sampierdarena.
    • il 17% (9 micro-campioni) presenta un legante differente, costituito da un impasto a base di calce aerea e gesso in percentuale variabile tra il 60% ed il 90% di calcite rispetto al gesso, con aggregato, ridotto a percentuali molto modeste (sempre meno del 5% in peso).
    • il 4% (2 micro-campioni) è costituito da marmorini "classici" additivati con coccio pesto, che oltre a fornire una certa idraulicità all'impasto, ne modifica il colore da bianco a rosato. A tal proposito è opportuno ricordare che anche Giorgio Vasari cita un impasto a base di calce e gesso, utilizzato al tempo del pittore Giovanni da Udine, in cui era prevista la presenza di "matton pesto" (9) .
    • il 2% (1 micro-campione) è costituito da un marmorino classico in cui l'aggregato non è composto solo da polvere di marmo ma anche da sabbia marina proveniente dall'arenile di Sampierdarena.


       

    Note
    (8) Il Laboratorio dell'ISCUM svolge tale lavoro dal 1980 presso il Dipartimento di Scienze per l'Architettura (DSA).
    (9) G. Vasari, Le vite dei più Eccellenti Pittori, Scultori, Architetti, VI, 1568 (edizione consultata: Le vite dei più Eccellenti Pittori, Scultori, Architetti, VI, Firenze 1906, 552).
     

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