Olio ottenuto dal gheriglio della noce della Junglas regia attraverso un processo di spremitura, purificazione e sbiancamento. La spremitura a freddo (preferibile) produce un olio di color giallo pallido, quella a caldo un olio di tonalità verdastra. Dotato di buone proprietà siccative ha minore tendenza, rispetto all'olio di lino, a ingiallire, ma tende a irrancidire e forma un film di qualità più scadente. E' quindi generalmente usato nei leganti in emulsione con l'olio di lino per limitare l'ingiallimento di quest'ultimo. Storicamente il suo uso è stato comunque limitato e per lo più documentato solo in Italia, Germania e Olanda. Giorgio Vasari, nell'introduzione alle Vite (1568), così segnala le sue preferenze per questo a discapito dell'olio di lino: "Ma per mettere in opera questo lavoro, si fa così: quando vogliono cominciare, cioè ingessato che hanno le tavole o quadri, gli radono, e, datovi di dolcissima colla quattro o cinque mani con una spugna, vanno poi macinando i colori con olio di noce o di seme di lino (benché il noce è meglio, perché ingialla meno), e così macinati con questi olii, che è la tempera loro, non bisogna altro, quanto a essi, che distenderli col pennello". |