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Lemma
smalto
Nell'ambito delle tecniche edili e di pittura murale, per lungo tempo, il termine è stato utilizzato come sinonimo di malta: così Cennino Cennini (fine sec. XIV), parlando del modo di eseguire un affresco, parla di smaltare nel senso di stendere i vari strati di intonaco. A partire dal Seicento il termine è diventato sinonimo di calcestruzzo, cioè di un aggregato composto prevalentemente da calce idraulica, pozzolana, ciottoli, ghiaia e pietrisco, di modo che Filippo Baldinucci (1681) può registrarlo come "un composto di calcina con diverse materie, serve per gettare nelle fondamenta, per far pavimenti, e talora per volte, e coperture". Giacinto Carena (1853), ugualmente, indica con il termine smalto o getto "una specie di calcina, fatta non con calce spenta, ma con calce viva, mescolata subito con acqua e con sabbione, e questa mistura, calda così com’è, gettasi, senz'altro materiale, nelle fondamenta di cisterne, fogne e simili, dove presto fa presa, e col tempo s'indurisce moltissimo". Così, più chiaramente, il Dizionario tecnico (II, 1887): "Smalto. Mescuglio, o composto di calce più, o meno idraulica e di pietre dure, o di calce idraulica e di ghiaia renosa. Vi si può mescolare anco le scaglie, e i rottami di laterizi; ma tutti questi frantumi, ed anco le ghiaie non devono eccedere la grossezza di 5 centimetri. Nei getti di smalto molto voluminosi, usasi affogarvi delle pietre, tanto per economia, quanto per affrettarne il consolidamento; ed in questo caso la quantità del pietrame non deve eccedere la metà del cubo ma stare al di sotto".
 
note: Carla Arcolao, Le ricette del restauro, Venezia 1998.
 
inglese
mortar
francese
mortier