Sensazione fisiologica prodotta da radiazioni elettromagnetiche di differente lunghezza d'onda sulla retina dell’occhio. Le radiazioni dello spettro visibile sommate insieme vengono percepite come luce bianca (colore bianco) mentre ogni singola porzione, o somma di porzioni, assume un determinato colore. Il colore di un oggetto è quindi dato da ciò che non viene assorbito del fascio di luce bianca che lo investe. In ogni epoca i colori sono stati oggetto di ricerca e di studio ma è solo dalla metà del XIX secolo che il problema è stato affrontato sulla base delle nuove scoperte scientifiche, con relative classificazioni che sono rimaste essenzialmente valide sino ad oggi. Risultano tuttavia fondamentali le ricerche condotte nel secolo precedente, specialmente da Newton che per primo sperimentò la rifrazione e la scomposizione di un raggio di luce solare: tutti i colori sono contenuti nella luce, come si osserva orientando un fascio luminoso in un prisma che lo scompone nei sette colori dello spettro: rosso, arancio, giallo, verde, azzurro, indaco e violetto. Vedi colore primario, colore secondario, colore terziario, colore complementare, ecc. Per l'importanza che hanno nel linguaggio della storia e della critica d'arte vedi inoltre tonalità, intensità, valore.