Denominazione generica a indicare propriamente un ampio gruppo di materiali costituiti da esteri di acidi grassi con alcoli superiori monovalenti di origine vegetale o animale, caratterizzati da notevole inerzia chimica, particolare duttilità, penetrabilità e adesività e soggetti, in presenza di temperature elevate, a rammollirsi. Proprio in base alla temperatura di fusione possono essere classificate in cere tenere, di media durezza e dure, queste ultime dotate di maggior resistenza meccanica e, in generale, di maggior brillantezza. Possono essere colorate in pasta, modellate e quindi dipinte e verniciate (vedi ceroplastica). Grazie alle loro proprietà idrorepellenti sono ampiamente utilizzate per rivestimenti protettivi di superfici lapidee, intonaci, manufatti lignei e metallici. Nelle tecniche artistiche e nel restauro trovano particolare e vario impiego la cera di api (vedi) e, in misura minore, la candelilla (vedi) e la carnauba (vedi). Per quanto impropriamente (non contenendo esteri) sono tradizionalmente considerate cere anche alcune sostanze di origine fossile o minerale (come la paraffina), per l'aspetto e per le simili proprietà. Vedi alle voci cera animale, cera minerale, cera vegetale e ai relativi rimandi. Vedi inoltre encausto, encausticatura, tinteggiatura a encausto. |
note: Borghini Gabriele, Massafra Maria Grazia (a cura di), Legni da ebanisteria, Roma, De Luca 2002. |