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Lemma
doratura a guazzo
o doratura a tempera, doratura a bolo. Tra le varie tecniche utilizzate per la doratura di una superficie, quella a guazzo è sicuramente la più diffusa e apprezzata, tanto da essere identificata con la doratura tout court. Il procedimento è ampiamente descritto da Cennino Cennini (fine sec. XIV) ed essenzialmente consiste nell'applicare sulla superficie preventivamente ingessata e ben levigata una o più mani di bolo armeno disciolto con colletta. Levigata nuovamente la superficie si applica su porzioni limitate un leggero strato di colletta tiepida allungata con acqua, applicandovi l'oro in foglia e avendo cura che questo aderisca perfettamente alla superficie. La superficie dorata viene poi brunita e quindi eventualmente decorata con bulini e punzoni. Il procedimento appare così descritto da Giorgio Vasari nell'introduzione alle Vite (1568): "Ingessasi il legno con gesso sottilissimo, impastato colla colla piuttosto dolce che cruda, e vi si dà sopra grosso più mani, secondo che il legno è lavorato bene o male: in oltre, raso il gesso e pulito, con la chiara dell'uovo schietta, sbattuta sottilmente con l'acqua, dentrovi si stempera il bolo armeno macinato ad acqua sottilissimamente, e si fa il primo acquidoso, o vogliamo dirlo liquido e chiaro, e l'altro appresso più corpulento. Poi si dà con esso almanco tre volte sopra il lavoro, fino che ei lo pigli per tutto bene; e bagnando di mano in mano, con un pennello, con acqua pura dov'è dato il bolo, vi si mette su l'oro in foglia, il quale subito si appiccica a quel molle; e quando egli è soppasso, non secco, si brunisce con una zanna di cane o di lupo, sinché e' diventi lustrante e bello".
 
note:
 
inglese
water gilding
francese
dorure à l'eau