Fenomeno fisico per cui l'energia di cui si caricano le molecole di un materiale quando assorbono le radiazioni ultraviolette (vedi ultravioletto) può essere rilasciata riemettendo radiazioni di energia minore rispetto all'energia assorbita, ovvero radiazioni appartenenti alla porzione dello spettro a noi visibile. Tale fenomeno è generato da molte sostanze usate in pittura, per cui, in pratica, proiettando un fascio di raggi U.V. sulla superficie di un dipinto, alcune parti di esso si illuminano mentre altre rimangano scure. Le differenti luminosità (vedi fluorescenza) osservabili sul dipinto sono in funzione non solo della composizione chimica delle varie sostanze che costituiscono la vernice protettiva e gli strati pittorici ma variano anche in base al tempo che è trascorso da quando questi materiali sono stati applicati. La loro intensità di fluorescenza aumenta cioè con l'aumentare dei processi di autossidazione e di polimerizzazione che avvengono con l'invecchiamento, rendendo così possibile differenziare le ridipinture dalla pittura originale: i materiali sovrapposti, essendo meno antichi, risultano infatti più scuri.