Termine derivato da lapis haematites, una pietra di color rosso (vedi ematite), e quindi da intendersi come sinonimo di matita. Nel tempo ambedue le voci (lapis e matita) sono andate a indicare un cilindro di grafite inserito in una guaina lignea. Cennino Cennini (fine sec. XIV) parla di lapis amatita, mentre Giorgio Vasari (1568) di lapis rosso, documentando come a lungo lapis e matita fossero termini collegati a disegni di quest'ultimo colore: "Questi [i disegni] si fanno con varie cose; cioè o con lapis rosso, che è una pietra, la qual viene da' monti di Alemagna, che, per essere tenera, agevolmente si sega e riduce in punte sottili da segnare con esse in su i fogli come tu vuoi; o con la pietra nera, che viene da' monti di Francia, la qual'è similmente come la rossa". E' Filippo Baldinucci (1681) a parlare anche di un lapis piombino, evidentemente realizzato con grafite: "una spezie d'amatita fatta artificiosamente, che tigne di color di piombo, e serve per disegnare". Vedi anche nero grafite. Dal latino lapis, pietra. |