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Lemma
ambra
Termine generico a indicare vari tipi di resine provenienti da conifere fossilizzate dai 60 ai 70 milioni di anni fa (dal Cretaceo medio fino al Pleistocene), diffuse sia sulle coste del Baltico (in particolare nella penisola di Sanland) sia in Birmania, e tra le quali la più nota è l'ambra gialla (vedi). Tra le resine le ambre sono le più dure e risultano praticamente insolubili in tutti i solventi, ad esclusione degli oli nei quali sono parzialmente solubili dopo una preventiva pirogenazione, ovvero una fusione ad alte temperature (normalmente intorno ai 300 °C) che causa la parziale carbossilazione della resina con una conseguente perdita di peso. Anticamente il termine ambra era utilizzato a indicare molte resine dure compresa la sandracca (vedi), ed è probabilmente con riferimento a questa che ne venivano elogiate le ottime proprietà: in realtà l'ambra fornisce una vernice molto scura e di difficile rimozione, quindi sostanzialmente inadatta nelle tecniche pittoriche. La sua natura, per lungo tempo rimasta un mistero, ha fatto nascere nel corso del tempo non pochi equivoci, come documenta Filippo Baldinucci nel suo Vocabolario (1681): "Tennero alcuni ch'essa fosse una gomma, altri un bitume, un'escremento della terra, un frutto d'albero, che nasce nel mare; altri lo sperma della balena, una ragia d'albero, o lagrima che dir vogliamo [...]". Vedi anche copale. Dall'arabo anbar.
 
note: De Mayerne Theodor Turquet, Pittura scultura e delle arti minori. 1620-1646, a cura di Simona Rinaldi, Anzio, De Rubeis 1995.
 
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amber
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ambre