Restauri
Il cantiere scuola presso la Basilica di San Miniato al Monte
Il cantiere scuola presso la Basilica di San Miniato al Monte
Basilica di San Miniato al Monte - Firenze
Cantiere concluso
Lunetta Affrescata
Stato di Conservazione
La pittura murale in questione è condotta, almeno così ci appare ad una prima indagine visiva, con una tecnica a buon fresco con eventuali ritocchi a secco probabilmente a tempera a uovo, applicazione di foglia oro a missione e pigmenti preziosi quali probabilmente azzurrite o lapislazzulo. Generalmente la pittura si trova in buono stato conservativo tuttavia nell’insieme necessita comunque di un intervento di restauro anche se diversificato a seconda dello stato di conservazione. Si notano distacchi delle pellicole pittoriche, con molta probabilità provocate da cospicue infiltrazioni d’acqua per condensa o per risalita capillare, nonché micro e macro fessurazioni degli intonaci dovute a cause naturali oppure a negligenze frutto di cattivi restauri operati nel passato. Le infiltrazioni così come altre concause, hanno causato sollevamenti di notevole entità e numerose perdite consistenti della pellicola pittorica visibili molto bene ad occhio nudo soprattutto nella campitura verde della veste del manto, fenomeno amplificato senz’altro dal legante organico usato per tale pigmento. Le pitture murali appaiono poi nell’insieme inscurite da uno strato di pulviscolo atmosferico; tuttavia non si può escludere che tale scurimento possa essere stato provocato da prodotti applicati in occasione di precedenti interventi come protettivi di più varia natura, organici ed inorganici. Sono inoltre evidenti alcune patine biancastre di sali solfati e sicuramente sono presenti anche Sali nitrati e patine di ossalati soprattutto nella parte bassa. Infine l’indagine acustica permetterà di valutare la presenza di distacchi tra gli strati di intonaco sottostante.
Ipotesi d’intervento
Preconsolidamento delle scaglie di pellicola pittorica decoese con iniezioni a tergo di caseinato d'ammonio eventualmente caricato, a seconda dell'entità del distacco, con calce idrata o (se diversamente indicato dalla D.L.) con iniezioni di resina acrilica; successivo tamponamento della superficie con spugne naturali imbevute d'acqua deionizzata, interponendo fogli di carta giapponese; rimozione della carta, a conclusione del tempo di adesione, con spugne e cotone imbevute d'acqua deionizzata. Nel caso la pellicola pittorica presenti un fenomeno di pulverulenta si potrà prevedere di applicare a spruzzo o pennello dispersioni in alcool isopropilico di nano calci (brevetto Dei-Baglioni).
Prima di procedere con la rimozione di sostanze estranee alla pellicola pittorica originaria sarà necessario proteggere le parti dorate e le decorazioni in rilievo eventualmente presenti ( come le aureole) presumibilmente composte da oli, cere e resine mediante applicazione di resine acriliche tipo Paraloid o Elvacite in quanto le preparazioni delle dorature non sopportano la basicità dell’ammonio; dopo la pulitura tali resine saranno rimosse con solventi appropriati e qualora fosse necessario sarò eseguita una pulitura delle dorature tramite tamponi imbevuti d’alcol prestando la massima cautela.
Pulitura della superficie pittorica mediante: rimozione del particellato solido depositato con spugne naturali o pennelli imbevute d'acqua demonizzata previa applicazione di una strato di carta giapponese di idonea grammatura, a contatto della superficie dipinta con l'eventuale aggiunta di ammonio carbonato (o bicarbonato di ammonio laddove risultino presenti pigmenti a base di rame quali azzurrite e malachite)in soluzione dal 3% all'8% o tensioattivo a bassa percentuale; nell'eventualità si riscontrasse sulla superficie la presenza di sali carbonati, solfati o ossalati si dovranno utilizzare resine scambiatrici del tipo cationico o anionico appositamente miscelate con sepiolite o Arbocel BWW40 (al fine di ottenere un ph idoneo i tempi di contatto sulla superficie verranno stabiliti di volta in volta sulla base dei saggi preliminari); rimozione delle resine a scambio ionico mediante spugne naturali o ovatta comune imbevute d'acqua deionizzata.
Dopo aver effettuato un’attenta e scrupolosa indagine acustica o se fosse necessario tramite termovisione e relativa mappatura su grafici, per determinare i punti in cui l’intonaco mostra dei sollevamenti dall’arriccio sottostante si interverrà nel modo seguente:
Accurata pulitura delle cavità createsi tra l’intonaco pittorico e l’arriccio e/o la muratura di supporto con l’aspirazione di materiale pulverulento e malta disgregata;
Umidificazione della cavità con iniezioni di acqua demineralizzata e alcol per creare le condizioni più idonee al successivo intervento di iniezione di malta idraulica minerale priva di Sali e successiva riadesione degli intonaci tramite piccoli puntelli lignei tenuti in asse fino al completo processo di idrolisi della malta, il tutto da eseguirsi con la massima cautela al fine di prevenire eventuali fuoriuscita di composto consolidante dalle lesioni dell’intonaco che potrebbero compromettere la cromia dell’intonaco circostante.
Stuccatura delle numerose mancanze e delle lesioni con malta composta da grassello di calce, sabbia lavata di granulometria idonea e polvere di marmo previa un’attenta e puntuale bonifica volta ad eliminare eventuali tasselli staffe chiodi o altri elementi estranei alla pittura e alla rimozione di stuccature eseguite a gesso o malta cementizia
Integrazione pittorica delle numerose micro lacune del testo pittorico tramite più velature sensibilizzate alle cromie originali, a base di pigmenti naturali puri (terre ed ossidi) molto diluiti con caseinato d'ammonio al fine di ottenere un valore cromatico unitario
Se necessario si effettuerà inoltre l’applicazione del bario idrossido per effettuare sia un’azione antisolfatante che il consolidamento dell’intonaco.
Elementi Lapidei (lavabo e cornice)
Stati di Conservazione
Le parti lapidee sono interessate dai seguenti fenomeni di degrado
- depositi atmosferici di natura coerente ed incoerente oeganica e inorganica
- fratture
- distacchi
- disgregazioni
- esfoliazioni
- alterazione cromatica
- croste nere
- ossidazione elementi metallici
Ipotesi d’Intervento
Rimozione del deposito incoerente superficiale e di consistenti strati di depositi incoerenti da effettuarsi tramite spazzole,spatole, bruschini di setole naturali di varie dimensioni e acqua;
La rimozione di eventuali vecchie stuccature cementizie sarà eseguita manualmente o con l’ausilio di microsclapelli.
Pulitura dell’intera superficie sarà effettuata con acqua deionizzata con aggiunta di cloruro di benzalconio (alghicida e biocida) e spazzolini di setole naturali morbide e successivo risciacquo con acqua deionizzata, alla quale seguirà l’esecuzione di saggi di pulitura per la definizione della composizione degli impacchi chimici e dei loro tempi di contatto nelle zone ove si riscontrassero depositi di sporco più tenaci.
Preconsolidamento delle parti maggiormente decoese si eseguirà tramite iniezioni di resine fluorurate (Akeogard CO) eventualmente caricate con inerti;
Consolidamento delle porzioni di arenaria disgregata sarà trattato con applicazione a pennello o per irrorazione di silicato d’etile.
Operazioni di pulitura localizzata con impacchi di pasta di cellulosa, sepiolite, ammonio carbonato, E.D.T.A. e Desogen, al fine di rimuovere le incrostazioni maggiormente spesse, con tempi di contatto variabili tra le due e le quattro ore;
Eventuale ricollocazione di parti staccate o pericolanti nei loro siti originali sarà effettuata tramite perni di acciaio filettati ancorati con resine epossidiche e successiva stuccatura a “scarpa” dei bordi, con malte composte da leganti e polvere di marmo nella coloritura e granulometria il più possibile simile all’originale.
Stuccature di micro/macrofratture tramite idonee malte e strumenti di precisione effettuando una colmatura a livello, compattando la malta anche a più riprese fino a finitura. I leganti della malta saranno di calce, in rapporto 1:3, mentre gli inerti saranno polvere di pietra serena e sabbie silicee, selezionati in base alle caratteristiche del supporto trattato (cromia, granulometria, resistenza meccanica). Saranno impiegate terre superventilate, selezionate per colore e provenienza, fino al raggiungimento della tonalità della pietra originaria. Se necessario, per rendere più resistente la malta, saranno impiegate resine acriliche tipo AC33 o altro prodotto idoneo all’uso specifico, secondo le indicazioni della D.L., in soluzione al 3%.
Trattamento protettivo dell’intera superficie mediante la stesura a pennello, tale da non provocare la formazione di macchie o di pellicole lucide ed ingiallimenti, con un prodotto idrorepellente e traspirante di polisilossani oligomeri disciolti in ragia minerale o altro prodotto idoneo all’uso specifico, secondo le indicazioni della D.L.. Il tutto per dare il titolo compiuto e finito a regola d’arte.
Ogni operazione verrà comunque sempre concordata preventivamente con la Direzione dei Lavori.
Documentazione fotografica in alta risoluzione digitale delle fasi operative e della situazione al termine dei lavori.
Relazione finale, corredata da grafici esplicativi, documentazione fotografica e risultati delle indagini diagnostiche.