Sotto la città, un labirinto
a cura di Francesco Tanganelli
Chi si trova a camminare per le vie del centro storico di Pistoia tutto potrebbe immaginare, eccetto che sotto ai suoi piedi possa dispiegarsi un intricato sistema di canali e gallerie, costruite in epoche antichissime per lo smaltimento delle acque urbane. E, anche sapendo ciò, difficilmente potrebbe mai immaginare che, dal 2010, parte di questo incredibile percorso sia stato reso accessibile ai turisti. Grazie all’impegno profuso dal locale Istituto di Ricerche Storiche e Archeolo- giche (I.R.S.A.), infatti, la città di Pistoia può oggi vantare un museo unico nel suo genere in tutta la Toscana: il Museo di Pistoia Sotterranea. Il percorso si apre, appunto, nei sotterranei del vecchio Ospedale del Ceppo: da qui, seguendo il corso dell’antica Gora di Scornio, esso attraversa i vari reparti dell’edificio e taglia trasversalmente Piazza San Lorenzo, fino a giungere nell’odierno quartiere di San Marco. Dal sottosuolo, dunque, il visitatore può alzare gli occhi e scoprire l’evoluzione della città, a partire dai resti monumentali rimasti ingabbiati per secoli nel canale: primo fra tutti, il vecchio Ponte del Ceppo, sul quale, nel 1277, fu costruito il più antico nucleo dell’ospedale. Nell’arcata del ponte, inoltre, sono ancora visibili gli originali ‘butti’ utilizzati dai reparti per scaricare le ceramiche rotte o infette nel- la gora. Da qui, muovendo in direzione di Via del Frantoio, si possono scoprire i resti della ruota di un antico mulino medievale, che produceva l’olio per i frati gestori dell’ospedale. Tornando indietro, in direzione di San Lorenzo, si possono osservare le fonda- menta di un antico ponte romano, nonché i resti delle mura urbane duecentesche, lungo le quali scorreva in origine il torrente Brana (il cui letto fu poi spostato più a Nord, intorno al 1330, per la costruzione dell’ultima cinta muraria della città, che ancora delimita il centro storico di Pistoia). Attraverso Piazza San Lorenzo, si possono raggiungere gli antichi lavatoi medievali della città, nonché i resti del Mulino Beccaccini, aperto nel 1833 e utilizzato fino alla fine della II Guerra Mondiale per la produzione di strumenti in ferro. Il percorso si conclude nella zona in cui, anticamente, sorgeva la chiesa di San Lunardo: in quest’area sono anco- ra visibili i resti di uno vecchio scolmatore, utilizzato per deviare il flusso delle acque in caso di piena del torrente (e di cui ci resta testimonianza in un’iscrizio- ne latina del VII secolo d.C., che recita “NE AQUAE ELEVENTUR”); a questo, seguono un’arcata del vecchio Ponte di San Lunardo e alcuni elementi decorativi in pietra dell’omonima chiesa, dissacrata nel 1784.
Il biglietto d’ingresso comprende anche la visita all’antico anfiteatro anatomico dell’ospedale, aperto nel 1785 e utilizzato per le lezioni degli studenti dell’antica Scuola Medica di Pistoia (1666- 1844). Al suo interno, oltre ai tavoli in marmo per la dissezione dei cadaveri, si possono ancora osservare gli originali affreschi in stile neoclassico del pistoiese Giuseppe Vannacci, nonché una parte della collezione di strumenti medici dell’ospedale. La Scuola Medica di Pistoia fu fra le più prestigiose e rinomate di tutto il Granducato di Toscana e, secondo una tradizione storica, proprio qui fu inventato il moderno ‘bisturi’ , il cui nome deriverebbe dal latino (gladius) pistoriensis. Il Museo di Pistoia Sotterranea è aperto tutti i giorni, al mattino e nel pomeriggio. L’intero percorso nel sottosuolo, lungo circa 650 metri, è stato reso totalmente accessibile ai disabili motori e le visite, sempre accompagnate da una guida, sono disponibili a tutte le ore.